Gli insegnamenti matematici nella legge Casati: il caso della geometria descrittiva
Al giorno d’oggi la geometria descrittiva non
fa più parte dei curricoli matematici della
scuola secondaria italiana. I metodi di rappresentazione
che formano l’oggetto di questa disciplina vengono
attualmente trattati quasi esclusivamente nei corsi di
disegno, ma spogliati dei loro fondamenti teorici e
considerati pertanto niente più che una tecnica
di rappresentazione grafica. L’avvento del computer
consente oggi, grazie ad un abile utilizzo del software,
di rappresentare graficamente un qualunque oggetto senza
dover conoscere i principi geometrici posti alla
base del metodo di rappresentazione utilizzato,
e ciò ha determinato la progressiva scomparsa
della disciplina anche dai curricoli universitari,
dove spesso è relegata al ruolo di materia
complementare nelle facoltà d’ingegneria
o di architettura.
Nel XIX secolo la situazione era ben differente da
quella attuale. La geometria descrittiva rappresentava
una delle più importanti branche della
matematica applicata e in quanto tale non solo faceva
parte degli insegnamenti fondamentali dei corsi di
laurea per matematici e ingegneri, ma quando in Italia
nel 1860 furono emanati i regolamenti attuativi della
prima legge organica sull’istruzione - la legge
Casati del 1859 - essa venne prontamente inserita fra
le materie d’insegnamento dei corsi secondari a
indirizzo tecnico. In questo scritto si analizzano
alcuni aspetti storici legati alla costruzione di
quei particolari curricoli.